L’esigenza di diventare sempre più sostenibili, sempre più ecologiche e, perché no, di abbattere i costi, spinge le grandi industrie della carta e del cartone a ricercare nuovi materiali naturali da utilizzare come materie prime. Inoltre, la crisi post-pandemia e l’incremento dei prezzi di materie come la cellulosa hanno spinto le aziende ad accelerare la ricerca di valide alternative.
Quali sono le nuove materie prime che potrebbero sostituire la classica pasta di cellulosa?
La ricerca di materie prime alternative sta facendo progressi e i primi risultati si possono già vedere sugli scaffali dei supermercati o nell’uso dei prodotti da imballaggio come scatole o buste.
Innovative ed ecosostenibili, le soluzioni finora trovate sono davvero sorprendenti e iniettano una dose di ottimismo all’industria di carta e cartone, in quanto aprono infinite possibilità.
Spaziando dalle fibre ricavate dagli scarti di lavorazione della pianta di asparago, passando per l’utilizzo del silfio (Silphium Perfoliatum) per realizzare imballaggi per prodotti alimentari, le aziende hanno preso in considerazione un’ampia gamma di piante e loro derivati in sostituzione del legno e cellulosa.
Il bambù: la nuova materia prima per carta e cartone?
Composta approssimativamente del 47% di cellulosa, la pianta di bambù si è rivelata un’interessantissima alternativa alla classica biomassa legnosa utilizzata nell’industria della carta e del cartone.
Usata già nell’antichità, tutt’oggi la pianta di bambù ha molteplici utilizzi sia primari che secondari per:
- barche
- ponteggi
- costruzioni
- medicina
- ponti e strade
- abbigliamento
- cibo
- tappetti e tessili
e la lista continua a lungo (fazzoletti riutilizzabili, biciclette, giocattoli, utensili da cucina, ecc).
Le qualità del bambù
Originaria delle regioni tropicali e sub-tropicali, ma presente anche nelle zone temperate, la pianta di bambù non è un albero o un arbusto, ma appartiene alla famiglia delle graminacee.
La pianta di bambù presenta una moltitudine di caratteristiche che fanno sì che sia considerata la pianta del futuro. Vediamone alcune:
- cresce con una rapidità straordinaria e la raccolta è possibile già dopo 3-5 anni (per alcune specie)
- non necessita di pesticidi o di fertilizzanti chimici
- non richiede irrigazione
- rallenta e inibisce l’erosione del suolo
- produce moltissimo ossigeno (addirittura più degli alberi)
- cresce in ambienti diversi ed è molto adattabile
- è resistente agli incendi
- è resistente alle malattie
- provvede a un elevato assorbimento di anidride carbonica
Anche in questo caso, la lista potrebbe continuare, ma ci limitiamo ad aggiungere un ultimo fatto non meno importante: la sua lavorazione per ricavare fibre ha un bassissimo impatto ambientale.
Tutti questi fattori fanno capire il potenziale del bambù e della fibra di bambù per l’industria della carta e del cartone.
Quali sono i punti di forza del bambù per l’industria cartaria?
Anche se, per ora, la carta e la plastica sono i materiali di imballaggio più largamente utilizzati, essi non sono anche gli unici. Come abbiamo visto, infatti, l’utilizzo del bambù inizia a farsi strada in diversi ambienti, quello della carta e del cartone incluso. E se non può essere neanche lontanamente paragonato alla plastica – in termini di sostenibilità, impatto ambientale o di processi di lavorazione –, anche rispetto alle materie prime utilizzate per la realizzazione della carta e del cartone il bambù presenta indiscussi vantaggi:
- Velocità di crescita. Le piante di bambù crescono rapidamente e si rinnovano altrettanto facilmente, mentre il legno necessario per produrre la carta proviene da foreste che impiegano decine di anni per crescere e anche di più per rinnovarsi.
- La facile reperibilità. La diffusione spontanea della pianta di bambù e la sua grande adattabilità lo rendono una materia prima accessibile, a differenza della pasta di cellulosa (attualmente usata per la realizzazione del cartone) che scarseggia, mettendo in crisi il mercato.
- È resistente. Il bambù è molto flessibile e, allo stesso tempo resistente. Può essere sottoposto a gradi sollecitazioni senza particolari problemi.
- Costi ridotti. Oltre a essere più economico come materia prima, la lavorazione del bambù prevede meno passaggi rispetto alla massa legnosa, abbattendo ulteriormente i costi.
- È eco-friendly. Come abbiamo già visto sopra, il bambù presenta molteplici qualità “ambientaliste”. Inoltre, è completamente biodegradabile e la sua lavorazione produce meno gas serra rispetto alle biomasse legnose.
In conclusione
La ricerca e la sperimentazione sull’impiego del bambù nell’industria cartaria sono ancora in corso e Gruppo DM, da sempre attenta all’innovazione e all’uso di nuovi materiali e tecnologie, segue con interesse e passione gli sviluppi inerenti all’uso del bambù come nuova materia prima nella realizzazione della carta e del cartone.