Mi presento
Ciao, mi presento: mi chiamo Scatolo.
Sono fatto di cartone e di mestiere faccio il contenitore. Se pensate che sia un lavoro facile, siete fuori strada. Ma il vostro fuoristrada, cari amici, non corre abbastanza per stare dietro al furgone con cui vengo trasportato, in lungo e in largo, ogni santo giorno.
Mi tocca filare, devo spicciarmi e trottare appresso a un corriere per rispettare i tempi di consegna. Me ne sto per ore in silenzio, in un angolo del vano di carico. Sbatto di qua e sbatto di là, aspettando di essere “aperto”, all’occorrenza, e svuotato di ogni contenuto. Vi sembra poco? Non lo è, fidatevi.
Mi frugano dentro con le loro mani avide e frettolose, mi privano di forma, mi lasciano mezzo floscio e mezzo vuoto ad attendere i loro comodi. E devo pure stare zitto. Sono un cartone animato silenzioso.
Ma non demordo, sapete? Io mi piego ma non mi spezzo.
Resisto e insisto. Possono anche riciclarmi, ci sarò sempre quando avranno bisogno di me. Non me la sento di lasciare la merce sfusa. Gli oggetti hanno bisogno di ordine e io, modestamente, so come tenere le cose al loro posto.
È solo che a volte esagerano. Dico davvero, ci sono giorni in cui mi danno il tormento. Ieri un fattorino mi ha quasi strappato il lembo corto di sinistra.
“Un attimo, che modi!” – avrei voluto gridargli. Ma non mi sono permesse lamentele. E dire che ero così contento quando mi assunsero per questo lavoro! Mi avevano detto che dovevo essere “capiente”, ma mi è toccato anche di diventare “paziente” per sopportare i loro maltrattamenti.
“Ci vuole un fisico bestiale” – cantava uno alla radio, stamattina – “per resistere agli urti della vita”. Lo sentivo sbraitare dagli altoparlanti del furgone mentre tornavamo in magazzino. Quel tizio ha ragione. Lui sì che mi capisce.
Sentite, non è che per caso avete dello scotch da prestarmi? Come dite? Ma no, non mi va di bere, mi serve solo del nastro adesivo! Devo rimettermi in sesto per domani. Sarà una lunga giornata. Ve la racconto la prossima volta, ci state?