In seguito a due anni di pandemia complicati ulteriormente dalla difficoltà di reperire le materie prime, l’aumento dei prezzi dell’energia aggrava la crisi nel settore della carta e del cartone. Segnali preoccupanti arrivano da tutta l’Europa, ma l’Italia, fra i primi posti come produttori europei di carta e cartone, ne risente particolarmente. L’Italia, infatti, è leader assoluta nella produzione di carte per uso domestico, igienico e sanitario con il 21% dei volumi europei. Inoltre, è terza nelle carte e cartoni per imballaggio e altri utilizzi, con quote rispettivamente pari al 10% e all’11% dei volumi realizzati in Europa. Una realtà solida e consolidata che impiega circa 19mila posti di lavoro su circa 119 imprese.
Situazione caro energia
Un primo grido d’allarme arriva da Assocarta, che segnala che nel 2021 il costo primario nella produzione di carta e cartone è diventato quello dell’energia, in precedenza secondario solo a quello delle materie prime fibrose. Tutti i comparti della filiera sono considerati comparti ad alta intensità energetica, a partire dalle industrie manifatturiere che rappresentano la base di tutta la filiera, finendo agli impianti riciclatori di rifiuti e di materie prime secondarie. Di conseguenza, l’aumento del costo dell’energia influisce a cascata su tutta la filiera. Quindi c’è un problema nel problema: oltre al caro energia per la produzione di carta e cartone, le imprese devono affrontare anche la difficoltà di reperire materie prime – settore già in crisi per il monopolio cinese –, anch’esse ulteriormente gravate da rincari energetici.
La produzione a rischio
Pur in presenza di ordini e commesse consistenti, diverse aziende sono state costrette ad attivare strategie di risparmio come la cassa integrazione per parte degli addetti o addirittura il fermo prolungato degli impianti. Oltre a mettere l’intera produzione a rischio, queste strategie non sono sostenibili a lungo termine, senza considerare che le commesse antecedentemente accettate devono essere chiuse. Altre opzioni prese in considerazione, come “l’inseguimento” delle fasce orarie più economiche, si stanno rilevando comunque non attuabili, in quanto gli impianti di lavorazione impiegano ore e ore per i ri-avviamenti. La totale o parziale fermata di un’azienda che ha comunque costi fissi elevati rappresenta l’ultima misura da prendere ma, in questo frangente, anche quelle intermedie non sono più agevoli.
Settore stampa
Il rincaro dei prezzi delle materie prime come la carta allarma l’industria grafica e cartotecnica. Si segnala, infatti, un rallentamento progressivo della produzione. In seguito alla pandemia, il settore stampa ha subito una forte battuta d’arresto nel 2020, con una graduale ripresa nel 2021. Ripresa che rischia seriamente di essere compromessa dalla congiuntura internazionale aggravata dagli attuali rincari dell’energia e delle materie prime. Per approfondire, i rincari dell’energia stanno paralizzando i processi di stampa con rotative poiché fortemente energivori, mentre l’aumento dei prezzi della carta ha eroso le marginalità quasi del tutto. Inoltre, la difficoltà crescente di approvvigionamento della carta ad uso grafico, per lo più proveniente dall’estero, influisce in modo sostanziale su tale settore. Tutte queste variabili rendono difficile una programmazione adeguata dei tempi di consegna. Il sole 24 ore offre una panoramica aggiornata della situazione nel settore.
Settore carta e cartone
Pur se in crescita, perché fortemente trainato dal costante incremento del commercio elettronico e dall’evoluzione delle soluzioni green per il packaging, il settore della carta, del cartone ondulato e dell’imballaggio risente altrettanto del caro energia. In questo caso, la fonte di preoccupazione – oltre alla difficoltà di reperire le materie prime e il rincaro energetico – è rappresentata anche da fermo o rallentamento di diverse aziende chiave nella filiera di settore. Etichettatrici e ondulatori che non producono più influiscono a cascata sull’intera filiera produttiva, con ricadute dirette sulle aziende del settore, ma non solo. Infatti, se non tempestivamente affrontata, questa condizione farà sentire i propri effetti sulla disponibilità dei prodotti a scaffale. Di conseguenza, l’aumento dei prezzi nei prodotti di largo consumo sarà inevitabile.
Caro energia nel settore cartario: quali soluzioni?
Se investimenti e una sempre maggiore conversione verso energie rinnovabili è auspicabile, tale soluzione implica tempi molto lunghi e cambiamenti visibili solo nel tempo. Difatti, un momento di forte crisi energetica come questo in atto impone decisioni rapide ed efficaci. Il settore cartario richiede a gran voce interventi governativi immediati, così come adeguamenti europei in termini di costi dell’energia, con una forte azione di ribilanciamento fra le aziende produttrici di energia (in forte rialzo) e le aziende energivore (a rischio chiusura).
Come tutte le aziende del settore, Gruppo DM risente direttamente dalla crisi in atto e segue con attenzione gli sviluppi, sempre volta a offrire le migliori soluzioni ai propri clienti.