Le avventure di Scatolo – 2° Episodio

Il disguido

Signore e signori, è Scatolo che vi parla, il vostro cartone animato da buone intenzioni. Sapete, io ci provo a fare le cose per bene, ma non mi rendono la vita facile. Stamattina ero bello tranquillo in un angolo del magazzino, quando si avvicina un pelandrone che, senza nemmeno darmi il buongiorno, mi prende in braccio come si fa con i bimbi piccoli. In men che non si dica, quell’antipatico mi tatua la scritta “FRAGILE” sul fianco destro.

“Che novità è questa?” – penso io, mentre il soggetto mi riempie di coloratissime tazzine da caffè. Poi mi sigilla con del nastro per imballaggi e mi posa sul cassone di un furgone senza darmi alcuna spiegazione.

Ora, io non ho mai negato di essere fatto di semplice cartone ondulato, ma non mi sembra il caso di evidenziare i difetti con tanta sfacciataggine! Essere discriminato in questa maniera per via della mia essenza cartonata mi dà sui nervi!
Come faccio a far bene il mio lavoro se vengo scoraggiato in questo modo già di prima mattina? Accusarmi di fragilità e poi riempirmi di delicate ceramiche mi sembra un vero colpo basso.
Ah, ma io non intendo lasciarmi intimidire, potete starne certi. Abbraccerò le tazzine come meglio posso, le terrò a bada e, se il buon Dio Pluriball vuole, andrà tutto bene…

Ma la cosa bella è che il signorino che mi accusa di essere un mollaccione ha provveduto ad allacciarsi la cintura di sicurezza non appena si è messo al volante del furgone. Evidentemente ha paura di danneggiarsi in caso di incidente.
“Gioia mia” – vorrei tanto dirgli, – “adesso io cosa dovrei fare? Ti scrivo “FRIABILE” sulla fronte?”

La verità è che siamo tutti bravi a criticare gli altri, ma sarebbe meglio se prima ci guardassimo allo specchio. Mi ricordo che la scorsa estate un mio collega che faceva il contenitore di polistirolo sghignazzava di fronte a tutte le altre scatole perché, a suo dire, noi comuni cartoni non eravamo in grado di mantenere isolata termicamente la merce. Lui era tutto pieno di mozzarelle fresche e si vantava di poterle proteggere dal caldo fino a destinazione. Ma, alla prima, brusca frenata del furgone, è scivolato velocemente lungo il piano di carico. È andato a sbattere con una pedana di legno tutta ispida e rugosa. Non avete idea di quanti graffi si è fatto! Ha perso così tante palline bianche che sul furgone sembrava ci fosse una nevicata in corso…
“Ben ti sta, caro mio!” – gli ho detto – “Del resto, ci dev’essere un motivo se ti chiamano polistirolo espanso. Ed è perché sei nient’altro che un pallone gonfiato!”

Ehi, ehi, piano! Ma che succede qui? Quel disgraziato che guida sta prendendo un sacco di buche e le mie care tazzine tintinnano in continuazione. Mi sembra di avere un concerto dentro di me. Scommetto che lo fa apposta per farmi licenziare. Dev’essere un esponente della lobby della plastica: un vero rompiscatole!

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