Polistirolo per imballaggio – Patatine di polistirolo
Il polistirolo per imballaggio, è tra i materiali di riempimento più venduti nel settore degli imballaggi. Si presenta in forma solitamente di sferette, chips o epsilon “ε”.
Questo materiale ha il compito di proteggere i tuoi oggetti da possibili urti, danni e vibrazioni, riempiendo gli spazi vuoti dell’imballo. Versato all’interno della scatola, questo prodotto occupa tutti gli spazi vuoti presenti, avvolgendo così il prodotto e garantendo una protezione su tutte le superfici.
Per queste sue caratteristiche il polistirolo per imballaggio è particolarmente utilizzato nel settore dei trasporti dove l’assorbimento degli urti è fondamentale per garantire l’integrità della merce che viaggia, specialmente su gomma.
Il polistirolo per imballaggio è disponibile a magazzino in sacchi da 0,334 metri cubi sotto forma di “ε” di polistirolo (3 sacchi sono un metro cubo di prodotto).
Polistirolo per imballaggio: caratteristiche e tipologie
Il polistirolo per imballaggio è un materiale leggero e molto resistente. Resiste all’umidità, al sale, alla maggioranza degli oli ed è resistente anche a sbalzi termici.
Questo tipo di materiale, il polistirene, fu scoperto per la prima volta da Eduard Simon nel 1839 per poi essere finalizzato nel 1866 da Marcellin Berthelot che identificò correttamente il processo della reazione di polimerizzazione.
Viene ampiamente utilizzato poiché presenta due caratteristiche importantissime come:
- la resistenza alle compressioni
- la capacità di durare nel tempo senza subire trasformazioni
Esistono in commercio diverse forme e tipologie di polistirolo espanso, le più conosciute sono le cosiddette “virgole” o quella a forma di epsilon “ε”
Polistirolo per imballaggio: come si ottiene
Questo tipo di polistirolo per imballaggio si ottiene immergendo in acqua i granuli di polistirene e aggiungendo all’acqua una componente di pentano. Dopo che il pentano si è diffuso nei granuli, i granuli trattati vengono stoccati per diversi mesi prima di subire l’espansione.
Successivamente sui granuli viene soffiato vapore acqueo che provoca un primo rammollimento della plastica ed un successivo rigonfiamento, processo dovuto all’ebollizione del pentano imprigionato nel polimero.
Al termine di questo procedimento, si ottengono delle sferette di schiuma di polistirene che vengono fuse per poi essere tagliate in blocchi o modellati in virgole di polistirolo. Queste ultime vengono impiegate nel settore dell’imballaggio inserite in sacchi e vendute al metro cubo.
Polistirolo per imballaggio: impatto ambientale
Un aspetto che non va tralasciato quando si parla di polistirolo da imballaggio è quello ambientale.
L’impatto degli imballaggi sull’ambiente sta aumentando enormemente e riguarda sia il termine ultimo del loro utilizzo (rifiuto) sia le fasi di produzione ovvero l’acqua, i componenti chimici e l’energia che vengono utilizzati per produrre questa tipologia di prodotto.
Il polistirolo per imballaggio, al contrario di molti altri prodotti presenti in commercio, è un materiale che rispetta l’ambiente in quanto è igienico e riciclabile al 100%.
Secondo alcune recenti stime, quasi il 40% del totale dei rifiuti solidi urbani che produciamo, deriva da imballaggi. Le materie come polistirolo per imballaggio sono quindi utili per il consumatore e oltretutto non danneggiano l’ambiente.
Lo scatolificio Gruppo DM è attivamente impegnato nella ricerca di materiali che rispettino l’ambiente e che rispettino le norme vigenti a livello nazionale ed europeo in ambito di imballaggi.
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